Sommario:
1. Premesse.
2. Il d.l. n. 77/2021 e i riflessi sul riparto di competenza e di funzione fra Stato e regioni.
3. La governance multilivello del PNRR tra d.l. n. 77/2021 e d.l. n. 13/2023.
4. Segue. Il ruolo degli enti territoriali nelle strutture di governo del Piano e le possibili frizioni fra centro e territori.
5. Gli effetti del mancato coordinamento tra centro e territori nell’allocazione e gestione delle risorse.
6. Segue. Gli strumenti messi in campo dall’ordinamento in caso di ritardi, inerzia o difformità: i poteri sostitutivi.
7. Brevi notazioni conclusive.
Abstract:
The paper analyzes the administrative structures provided for by Legislative Decrees n. 77/2021 and n. 13/2023 in the governance of the PNRR, with particular attention to the role of regions. It should be noted that the management of the Plan has been centralised in the hands of the executive, limiting the effective involvement of the Regions, already marginalised in the ascending phase of formation. This arrangement raises doubts in the light of the principle of loyal cooperation, repeatedly recalled by the Constitutional Court in the presence of concurrent competences. The legislation in question relegates the regions to mere implementing subjects or stakeholders, preventing them from influencing strategic and financial choices, even in sectors of their competence, such as health protection. The author therefore proposes a critical reflection on the current model of governance, highlighting the tensions between decision-making centralism and territorial autonomy, as well as the structural limits that hinder a full implementation of the principle of differentiation.
Il documento analizza le strutture amministrative previste dai Decreti Legislativi n. 77/2021 e n. 13/2023 nella governance del PNRR, con particolare attenzione al ruolo delle Regioni. Va notato che la gestione del Piano è stata accentrata nelle mani dell’esecutivo, limitando l’effettivo coinvolgimento delle Regioni, già marginalizzate nella fase ascendente della formazione. Questo assetto solleva dubbi alla luce del principio di leale collaborazione, più volte richiamato dalla Corte Costituzionale in presenza di competenze concorrenti. La normativa in questione relega le Regioni a meri soggetti attuatori o stakeholder, impedendo loro di incidere sulle scelte strategiche e finanziarie, anche in settori di loro competenza, come la tutela della salute. L’autore propone quindi una riflessione critica sull’attuale modello di governance, evidenziando le tensioni tra centralismo decisionale e autonomia territoriale, nonché i limiti strutturali che impediscono una piena attuazione del principio di differenziazione.