Diana Pittelli, Il trasporto pubblico non di linea: criticità, vuoti regolatori e anacronismi del legislatore

Sommario: 

 

1. Nodi, lacci e lacciuoli.

2. L’assetto normativo e la complicata convivenza di Taxi e Ncc.

2.1. Diritto alla mobilità ed esigenze di servizio pubblico.

2.2. Due specie per un genere.

3. Questioni aperte.

3.1. Contingentamento e trasferibilità delle licenze del servizio Taxi: rilievi critici sul passaggio traslativo del provvedimento amministrativo.

3.2. Attualità della qualificazione di servizio pubblico. La fungibilità dei servizi.

3.3. Forme innovative di trasporto e incidenza sulla regolazione del Tpl: un’esigenza di riforma?

4. Nodi al pettine e conclusioni.

 

Abstract:

 

This paper aims to examine the weaknesses and critical issues in the Italian regulation of the non-scheduled public transport sector. In particular, it focuses on the regulatory gaps that enable informal and unregulated practices, such as the existence of a secondary market for taxi licences, and on the often unreasonable distinctions made between taxis and NCCs. The paper also questions whether it is still appropriate to classify the non-scheduled public transport sector as a public service, given that the current obligations imposed exclusively on taxis appear to be inherently fulfilled by the market itself and its operators. Finally, it argues for a rethinking of the regulatory framework to better respond to the challenges of a rapidly evolving mobility landscape.

 

Il presente contributo si propone di esaminare criticità e anacronismi nella regolazione del trasporto pubblico non di linea, mettendo in luce i vuoti regolatori che lasciano spazio a meccanismi di fatto deregolamentati, come l’esistenza di un mercato secondario delle licenze Taxi, ed evidenziando il carattere a tratti irragionevole di alcune differenziazioni normative tra operatori di settore. In particolare, si vuole in questa sede dimostrare la sostanziale fungibilità dei servizi offerti dalle due categorie di operatori economici del settore, Taxi e NCC, concorrenti in quello che la Corte costituzionale ha definito un “mercato unico”, e dunque verificare l’attuale necessità dell’imposizione di obblighi di servizio pubblico in capo ad uno solo tra questi. Si sottolineerà, da ultimo, la necessità di ripensare la regolazione di un settore “in continua evoluzione”, adeguandolo a nuove necessità e forme del servizio.

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